Chiara Diana
Empathy map: cosa sono e come crearle
Cosa sono le empathy map
Le empathy map (o mappe dell’empatia) sono uno strumento potentissimo per riassumere e visualizzare con chiarezza i bisogni e i desideri delle persone per le quali progettiamo e per permettere al team di averne una visione condivisa durante tutto il processo di design, sin dalla fase di definizione del problema.
Non sostituiscono le user o le buyer personas, ma le completano e, così come le personas, possono riferirsi ad un singolo utente oppure ad un gruppo di utenti simili (in questo caso vengono chiamate mappe empatiche aggregate).
Gli step per definire una mappa dell'empatia
Creare una mappa dell’empatia è facilissimo, basta disegnare quattro quadranti in cui scrivere:
Ciò che le persone hanno detto riguardo il servizio o il prodotto che stiamo testando, magari delle frasi significative o delle parole alle quali non avevamo pensato prima;
Quello che le persone hanno fatto, dove hanno avuto difficoltà durante l’interazione e quali aspetti hanno apprezzato maggiormente;
Cosa hanno pensato, o meglio, ciò che hanno esternato. Espressioni come: "Ah, eccolo, non l’avevo visto” oppure “Ok, si fa come per…” possono essere davvero preziose;
Infine, ma non per importanza, ciò che le persone hanno provato, cosa ha provocato in loro entusiasmo, preoccupazione, rabbia, frustrazione o qualsiasi altra emozione.

Che strumenti utilizzare per creare le empathy map
Possiamo creare le empathy map anche semplicemente dividendo un foglio in quattro, oppure possiamo utilizzare una lavagna (fisica o virtuale) in cui tracciare e compilare i quattro quadranti (magari utilizzando dei post-it), o, ancora scaricare un template pre compilato per facilitarci il lavoro.
Giusto un'ultima considerazione: a volte è un po’ difficile decidere in quale quadrante inserire un’espressione perché potrebbe sembrare adatta a più di una categoria (generalmente ciò che le persone pensano si sovrappone a ciò che dicono). Se la differenza non è evidente, un quadrante vale l’altro, l’importante è che tutti e quattro siano abbastanza completi, altrimenti potremmo dover fare ulteriore ricerca.
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Chiara Diana
UX Designer freelancer.
Collaboro con liberi professionisti e fornisco supporto ad agenzie di comunicazione.
Progetto esperienze positive che convertono e amo follemente questo lavoro, quindi studio ogni singolo giorno per migliorarmi e condivido ciò che imparo (o almeno una parte). ❤️
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